Enrico e Leonardo istituiti lettori
Giornata di festa per la comunità del Pontifico Seminario Regionale Sardo che, sabato 27 maggio [2023] ha visto conferire i ministeri del lettorato e dell’accolitato ad un gruppo di dodici seminaristi.
Il conferimento dei ministeri ha avuto luogo durante una intensa e partecipata celebrazione dell’eucarestia presieduta dal Vescovo di Nuoro e di Lanusei, S.E. Mons. Antonello Mura, concelebrata da Mons. Corrado Melis, vescovo di Ozieri, Mons. Mosè Marcia, vescovo emerito di Nuoro, dal Rettore Don Riccardo Pinna, dal preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna don Mario Farci, dall’equipe formativa, e da tanti sacerdoti provenienti dalle diverse parti dell’isola.
Tra gli istituendi anche due seminaristi della nostra Arcidiocesi: Enrico Muscas, della parrocchia S. Vittoria V. M. in Seuni (Selegas) e Leonardo Piras, della parrocchia S. Ambrogio in Monserrato.
Il Lettore è istituito per l’ufficio, a lui proprio, di proclamare la parola di Dio nell’assemblea liturgica (cf. Ministeria quaedam, n. 5). In particolare, a partire da un assiduo ascolto delle Scritture, richiama la Chiesa intera alla presenza di Gesù, Parola fatta carne, giacché come afferma la costituzione liturgica «è Cristo che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura» (cf. Sacrosanctum Concilium, n. 7).
Nel corso dell’omelia il vescovo ha offerto ai presenti numerosi elementi di meditazione e ha posto l’accento sulla dimensione del servizio: “La mia riflessione vuole farsi interprete di alcune parole [della liturgia] del giorno che sono state donate a noi, ma vuole essere anche un invito pressante a voi giovani, presto lettori e accoliti, di riconoscervi in questo dono a nome della Chiesa e di testimoniarlo con franchezza e senza nessun impegno. Nella lettura si parla di Paolo, ma attraverso di lui queste parole arrivano fino a noi: voi siete la dimostrazione, e questo dovete anche dimostrare, che è il servizio a fare la vocazione, non il contrario. Non si prende un cammino, una vocazione, un ministero e poi si dice “adesso devo servire”, ma è perché servo che posso anche vivere quel ministero e quella vocazione”.
Il presule ha poi proseguito la sua omelia facendo riferimento al discepolo che Gesù amava, Giovanni, e ha sottolineato come Gesù aveva sentimenti diversi, anche da dimostrare, e non li nascondeva: “Certo, amava tutti, ma questa universalità – dobbiamo dirlo – non cancellava sfumature, empatie, sintonie, sussulti diversi verso una persona. A volte nella Chiesa, anche nel ministero, non solo quello di lettore e accolito, anche quello di diacono e di presbitero e di vescovo, pensiamo che la dedizione alla Chiesa coinvolga solo lo Spirito, quasi che lo Spirito non abiti un corpo. Così il rischio è uno solo: quello di costruire manichini dello Spirito tutti uguali, tutti amati allo stesso modo, quasi fossero degli stampini. Dire che c’era il discepolo che Gesù amava dimostra che anche il Signore, non solo non cancella i sentimenti, ma che il cuore, l’immediatezza dei sentimenti, l’amorevolezza del tratto deve emergere e non deve essere annullato. Vi invito, cari amici, a dare spazio nella vostra vita e nel vostro servizio a un’interiorità non costruita a tavolino, ma grazie al vostro cuore”.
Il lettorato di Enrico e Leonardo arricchisce la nostra Chiesa diocesana di nuove ministerialità a servizio del Signore e del suo corpo che è la Chiesa. A loro il nostro augurio, per loro la nostra preghiera.
Leonardo Piras
(Fotografie da: Pontificio Seminario Regionale Sardo, https://www.flickr.com/photos/136021396@N03/sets/72177720308767849/)
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