Sestu in festa: Francesco ammesso agli Ordini 

Durante una festosa celebrazione nella Chiesa di N.S delle Grazie in Sestu, lo scorso 30 giugno [2023] il nostro Arcivescovo S.E.R. Mons. Giuseppe Baturi ha ammesso Francesco Cara tra i candidati all’Ordine sacro del diaconato e del presbiterato.

Francesco, seminarista che conclude il III anno di formazione presso il Pontificio Seminario Regionale Sardo, ha infatti deciso di giocarsi la vita affidandola nella mani del Signore. Dopo un brillante percorso universitario, culminato con la laurea triennale in Scienze dell’Architettura, e forte dell’esperienza di servizio come educatore nell’oratorio della parrocchia, ha scelto di prendere il largo per qualcosa di più grande, dando risposta a quelle domande che dimoravano nel suo cuore.

E così, la comunità di Sestu, di cui Francesco è figlio riconoscente, ha accompagnato e sostenuto il suo cammino di sequela del Maestro, come aveva già fatto – ha ricordato il parroco Mons. Franco Puddu – con altri suoi figli: don Sergio Manunza, don Angelo Cardia e don Diego Zanda, originari della parrocchia. Segno eloquente di questa vicinanza è stata la presenza di tanti ragazzi e giovani dell’oratorio, ai quali il nostro seminarista ha dedicato tempo ed energie condividendo con loro la fede e la bellezza di una vita scommessa sul Vangelo.

Durante l’omelia, l’Arcivescovo, commentando la prima lettura, ha voluto ricordare a Francesco l’importanza della risposta all’alleanza che Dio propone: “perché Dio possa parlare al cuore degli uomini qualcuno deve dire di sì, deve lasciar posto per seguire il Signore e nel momento decisivo rinunciare alla possibilità delle proprie mani, alla possibilità di affermare un proprio progetto per confidare totalmente in lui, lasciando che sia Dio a fissare il [modo] cioè il nostro destino”. “Per servire l’alleanza di Dio in favore del popolo – ha proseguito mons. Baturi – bisogna lasciare che Dio entri nelle cose più care, alla radice della nostra personalità, perché non c’è totalità di dedizione se non è toccata la radice” e solo così si corrisponde alla “chiamata a respirare il respiro stesso di Dio a favore dell’uomo”.

L’augurio è che Francesco possa continuare a contagiare con la sua vitalità le persone che il Signore vorrà fargli incontrare, testimoniando che vale la pena spendere la vita per quella Bellezza che salva.

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