Biblioteca Santa Cecilia
La Biblioteca Santa Cecilia del Seminario Arcivescovile di Cagliari raccoglie al suo interno un patrimonio librario di circa 60 mila volumi, di vario contenuto, principalmente di carattere religioso e teologico (teologia morale, dogmatica, diritto canonico, commenti alla S. Scrittura, agiografia, storia…), ma anche testi di autori classici latini, italiani e stranieri. Il “fondo antico” è costituito da 274 cinquecentine e 530 testi del XVII secolo, a cui si sommano alcuni incunaboli.
A fine 2019 è stato avviato un progetto di riqualificazione e valorizzazione della biblioteca, con l’adesione a SBN attraverso il polo PBE delle biblioteche ecclesiastiche. Attualmente è in corso la catalogazione del “fondo antico” e dei libri moderni grazie al contributo della CEI per il progetto CEIBIB.
È possibile la consultazione previo appuntamento (martedì e giovedì, 09:00-13:00 e 14:00-17:00; biblioteca.seminario.cagliari@gmail.com).
Il Regolamento e lo Statuto della Biblioteca sono disponibili qui, mentre i contatti e il catalogo della Biblioteca sono disponibili qui.
Storia della Biblioteca Santa Cecilia
Per la mancanza di documenti e di riferimenti precisi è difficile stabilire una data per l’istituzione della Biblioteca del Seminario Arcivescovile. È, tuttavia, presumibile che di essa si siano messe le prime basi con la erezione del Seminario, decretata nella 1a sessione del Sinodo Provinciale, convocato dall’arcivescovo di Cagliari mons. Francesco Perez (1564-1577) e celebrato dal dicembre 1576 al gennaio 1577.
Come indizio, in verità labile, della presenza di un certo numero di opere esistenti nel Seminario in quel periodo, possono considerarsi gli “ex libris” apposti nel frontespizio di alcune cinquecentine, in cui è riportata la nota: Seminario de la Seu “Seminario de Sancta Sisilia de Caller”. Tali annotazioni fanno certo riferimento al fatto che l’antica sede del Seminario fosse nei locali adiacenti alla Cattedrale, che è dedicata appunto a Santa Cecilia. E alla Santa rimase anche dedicata la biblioteca, come risulta dalla timbratura della maggior parte dei libri del fondo antico.
Dal piccolo numero di edizioni del ‘500 e ‘600 presenti in biblioteca, è lecito arguire che il patrimonio librario in quei secoli non crebbe di molto. Lo stesso discorso potrebbe farsi per la prima metà del 1700, considerando che in Seminario, oltre la ristrettezza degli ambienti, persisteva quella finanziaria. Del resto gli alunni del Seminario, pur avendo all’interno dei maestri o ripetitori, frequentavano le scuole tenute dai Religiosi e l’Università.
Con la riforma delle Università e dei Seminari voluta dal ministro sabaudo Giambattista Lorenzo Bogìno, ispirato dalle esperienze fatte nella diocesi di Alghero dallo scolopio Mons. Agostino Delbecchi, divenuto poi arcivescovo di Cagliari (1763), si inizia un nuovo capitolo della storia del nostro Seminario e di riflesso, quindi, per la biblioteca. Contiguo al nuovo edificio dell’Università si volle anche la costruzione del Seminario, che fu inaugurato nel 1777.
Con la disponibilità di locali più ampi e sotto la spinta di una maggior sensibilità agli aspetti culturali nella formazione seminaristica, crebbe anche l’interesse ad aver una biblioteca più fornita. La conferma può aversi dalla presenza di un discreto numero di opere edite nel ‘700, in parte confluite dai così detti “spogli vescovili”, da qualche donazione delle autorità civili e, parte, anche provenienti dai collegi gesuitici, chiusi dopo la soppressione della Compagnia operata dal papa Clemente XIV nel 1773.
Il patrimonio librario diventerà notevole nei primi decenni dell’800. Si arricchirà, infatti, della libreria legata al Seminario dall’abate Giovanni Maria Dettori. La consistenza di questo legato, a quanto scrive Pietro Martini nella sua Storia ecclesiastica di Sardegna, sarebbe stata di 3.500 volumi. Nei documenti esistenti in Seminario non si trova cenno sul numero dei volumi, ma si conserva la carta d’imbarco per “13 colli di libri stampati del peso di chilogrammi tremila cento sessanta cinque”, imbarco effettuato a Genova l’8 luglio 1836 (due mesi esatti dalla morte del Dettori) nel brigantino “La Concezione”, capitanato da Andrea Pertuso, sardo.
Istituita nel 1876 la Facoltà Teologica Cagliaritana presso il Seminario, in seguito alla soppressione della stessa nella Regia Università, la biblioteca dovette fornirsi di opere idonee alle nuove esigenze di studio e di ricerca. Risalgono a quel periodo una interessante serie di opere donate dall’arcivescovo mons. Vincenzo Gregorio Berchialla (1881-1892) e le numerose raccolte miscellanee di lettere pastorali dei Vescovi sardi e di opuscoli di vario contenuto, interessanti soprattutto per lo studio della situazione religiosa, politica, culturale e sociale della Sardegna nella seconda metà dell’800.
Inaugurato il Seminario Regionale di Cuglieri, cui fu annessa la Pontificia Facoltà Teologica, venne a cessare l’attività accademica del Collegio Teologico Cagliaritano e con esso l’aggiornamento della nostra biblioteca.
Negli anni della seconda guerra mondiale, durante lo sfollamento, rimasto il Seminario senza custodia, andarono persi non pochi volumi, anche di pregio, bruciati o sottratti da mani ignote. I danni subiti dal Seminario nei libri e mobili dopo i bombardamenti aerei nel febbraio-maggio 1943 vengono ricordati con sofferenza dal sac. Prof Antonio Bonu in un suo volumetto. Ai danni subiti durante il periodo bellico seguiranno quelli dovuti ad incuria e a vari traslochi.
Nei primi anni ’50 si tentò un riordino del materiale librario ancora esistente nella biblioteca, ma la catalogazione ed etichettatura, cui si pose mano, fu interrotta per una serie di circostanze, non ultimo, il previsto abbandono del Seminario di Via Università, alienato per le necessità finanziarie dovute alla costruzione del Seminario presso il colle S. Michele. Gli alunni, infatti, furono accolti nell’antica casa vescovile, rinnovata e ampliata, in Dolianova, mentre i libri della biblioteca, in attesa della inaugurazione del nuovo Seminario, furono trasportati a Quartucciu nei locali presso la chiesa di S. Antonio e qui accatastati e poco protetti. Nel nuovo Seminario, la biblioteca inizialmente fu sistemata in uno spazio a piano terra per essa progettato, vasto, ma che col tempo si rivelò infelice a motivo della troppa umidità dell’ambiente. Ad evitare ulteriori danni si ritenne necessario spostare la biblioteca nel piano superiore, occupando per anni lo spazio attualmente riservato a locale di deposito dell’Archivio Arcivescovile.
Dal 1991 al 2005, la biblioteca è stata sistemata in locali più dignitosi e più sani. Grazie ad un sostanzioso contributo del Credito Industriale Sardo fu possibile realizzare una nuova sede, ristrutturando, su progetto ben definito, le vecchie aule del liceo. Terminati i lavori, ricollocati i libri in scaffali verniciati a nuovo, la biblioteca, attrezzata anche di moderni mezzi informatici, fu solennemente inaugurata il 16 maggio 1991 dall’arcivescovo mons. Ottorino Pietro Alberti con la presenza di S.E. mons. Franco Marchisano, allora Segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa. In quella occasione fu anche presentata la pubblicazione, curata da Antonina Scanu, sui libri “Rari della biblioteca del Seminario Arcivescovile di Cagliari”.
Nel 2006, in seguito all’inizio dei lavori di riqualificazione dei locali del Seminario, bisognosi di ristrutturazione, e oramai destinati alla realizzazione di un College diocesano per studenti universitari, la Biblioteca del seminario, con tutto il suo patrimonio librario è stata conservata con cura presso un deposito della struttura, in attesa di poter essere ricollocata nei nuovi spazi che sarebbero stati individuati nel corso dei lavori di ristrutturazione. Dopo alterne vicende, purtroppo, tale situazione di passaggio si è protratta per 10 lunghi anni, finché l’amministrazione del Seminario ha assunto la determinazione di dedicare alcuni locali della struttura per la prosecuzione di un almeno minimo significativo lavoro di consultazione e prosecuzione di catalogazione delle opere della biblioteca, che nel corso degli anni, ha continuato ad arricchire il proprio patrimonio librario grazie a numerosi lasciti di sacerdoti e privati.
Attualmente la Biblioteca gode dell’uso di un grande deposito nel quale il personale addetto può procedere con il lavoro di informatizzazione dei dati, catalogazione, etichettatura, collocazione di tutto il materiale librario sugli scaffali, e di due ambienti, posizionati presso la zona del seminario dedicata ai locali pastorali della Diocesi, utilizzati come deposito delle opere antiche e come sala di consultazione.
È in corso la finalizzazione di un progetto di realizzazione di nuovi locali dedicati esclusivamente alla Biblioteca. Da quanto si è detto emerge che buona parte del patrimonio librario più cospicuo e di pregio è costituita da edizioni antiche. Nel non lontano passato e ancora oggi si tenta di arricchirlo di edizioni più moderne e attuali. La consistenza di tale patrimonio si aggira, per ora, attorno alle 60 mila unità tra volumi, opuscoli, fascicoli e annate di alcuni periodici. Al “fondo antico”, infatti, si sono aggiunti i libri di mons. Ernesto M. Piovella di s.m., vari acquisti e lasciti e donazioni di sacerdoti, laici e omaggi delle Istituzioni.
(Cfr. D. USAI, Storia della Biblioteca del Seminario, in G. Zuncheddu, Miscellanea ieri e oggi.
Nel X anniversario di pubblicazione del Notiziario Diocesano, Vol. II, Jei, Cagliari 1991)