Sono Michele, ho 26 anni e ho vissuto l’esperienza pastorale del fine settimana, in questo I anno al Pontificio Seminario Regionale Sardo, presso la Parrocchia San Pantaleo in Dolianova, insieme a Mario, un compagno proveniente dalla diocesi di Ozieri.
La comunità non era a me totalmente sconosciuta, sia per via dell’amicizia con il parroco, don Mario Pili, come me originario di Settimo San Pietro, sia per l’amicizia con alcuni ragazzi dell’oratorio, diversi conosciuti negli anni grazie ai pellegrinaggi a Lourdes dell’Unitalsi. Tuttavia, è stato diverso trovarmi lì come ‘inviato’ e non come ‘semplice spettatore’ o ospite. L’anno appena trascorso è stato, quindi, una grande occasione di crescita, umana, formativa e spirituale. Un invito all’attenzione e alla disponibilità verso Colui che “fa nuove tutte le cose” per cogliere sempre più un elemento di novità e di ricchezza in ogni momento vissuto e in ogni volto incontrato. Per uno come me, abituato a voler fare tante (forse troppe) cose, la pastorale mi ha educato al saper stare, soprattutto nel silenzio e nell’ascolto dell’altro.
La bellezza e il fascino della Cattedrale romanica, ex sede dell’antica diocesi di Dolia, si riflettono nella ricchezza umana di una comunità dove tanti, giovani e meno giovani, si spendono secondo la propria sensibilità e i propri doni nella diversità dei servizi. Dal catechismo, all’animazione liturgica, dall’oratorio alle feste tradizionali, come quel “meraviglioso poliedro” che è la Chiesa.
Come seminaristi, oltre all’animazione della messa e al servizio liturgico, abbiamo avuto l’opportunità di vivere diversi momenti insieme ai giovani animatori dell’oratorio, anche di respiro diocesano o legate all’Azione Cattolica, e di incontrare nelle aule del catechismo i bambini dopo la messa della domenica. Non solo lo stare con i piccoli, ma anche con coloro che necessitano di uno sguardo e di un’attenzione particolare: in me sono impressi gli sguardi, i saluti e le parole di coloro che sono ospiti presso la Casa dell’Età Serena “Monsignor E. Piovella”, sotto la cura delle Suore Compassioniste Serve di Maria.
Come ricorda papa Francesco, “la Chiesa è e deve essere la famiglia di Dio”. Posso senz’altro dire che il mio cuore è colmo di gratitudine perché in quest’anno pastorale mi sono sentito accolto e a casa. La gioia e l’affetto della comunità sono stati reale espressione di quello spirito di familiarità della Chiesa, di cui siamo chiamati a essere “pietre vive”. Tanto è stato ciò che ho ricevuto e che, davanti al cammino che mi attende, custodisco nel cuore, con lo sguardo rivolto al Signore per una comunità, S. Pantaleo, che è stata per me reale famiglia di Dio.
Michele Fanunza