Don Antonio nuovo presbitero per la Chiesa di Cagliari

Don Antonio nuovo presbitero per la Chiesa di Cagliari

Don Antonio nuovo presbitero per la Chiesa di Cagliari 

Era gremita di fedeli la Basilica di S. Elena a Quartu lo scorso 14 ottobre per l’ordinazione presbiterale del diacono Antonio Miccichè.

Ad affollare la chiesa madre della città c’erano tanti quartesi, che hanno goduto del ministero di don Antonio negli ultimi tre anni, nonché amici e parenti giunti da Uta, comunità nella quale è nata e si è sviluppata la sua vicenda vocazionale.

Iniziando la sua omelia e commentando la pagina del profeta Isaia, l’Arcivescovo ha voluto ricordare il sanguinoso conflitto israelo – palestinese in atto in queste settimane. “Fa davvero impressione, mentre parte del nostro mondo, quello più vicino a noi geograficamente e culturalmente, è in fiamme, non risparmiando dal furore omicida i bambini e neonati, ascoltare stasera la profezia di Isaia: “Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato (25,8)”.

A partire dal Salmo 22, Mons. Baturi ha suggerito all’ordinando alcune caratteristiche tipiche del ministero del presbitero. “Tu sei con me. Caro don Antonio, la nostra missione – ha detto l’Arcivescovo – è offrire agli uomini, con la parola e i sacramenti, con la misericordia e la fraternità, la possibilità di riconoscere questo Tu, per appoggiarvisi, per camminare senza paura verso la felicità che ci attende alla mensa preparata per noi nel paradiso. Siamo mandati agli uomini per essere segno credibile di un Dio che è con noi, che parla, perdona, si offre come cibo ai viandanti! Siamo chiamati ad essere trasparenza di questo Tu che cammina con noi, ci guida e ci fa riposare. In lui tutto è riconciliato”.

Non è mancato poi un richiamo alla vocazione educativa della comunità ecclesiale, prospettiva che impegnerà la Chiesa cagliaritana nel prossimo futuro: “La nostra missione, caro Antonio, è anche di destare e educare veri operatori di pace, uomini e donne certe che il muro di separazione tra gli uomini, l’inimicizia, è stato abbattuto sulla croce nel corpo di Cristo (cf. Ef 2, 14). Operatori di pace sono i beati (cf. Mt 5,9), perché solo persone felici per l’incontro con il Signore possono andare incontro agli uomini offrendo e accogliendo l’amicizia, che della pace è inizio e promessa”.

Gioia anche il giorno seguente nella comunità di Uta, dove don Antonio ha presieduto per la prima volta l’Eucarestia nella parrocchiale di S. Giusta V. M. insieme ai presbiteri che lo hanno accompagnato in questi anni, ai familiari, agli amici e ai tanti concittadini utesi che hanno pregato con lui e per lui.

Tra l’altro, in data 16 ottobre 2023 l’Arcivescovo Giuseppe ha inviato don Antonio nella Parrocchia San Giorgio Vescovo in Donori perché la serva come parroco. A lui il nostro augurio, per lui e per la sua nuova comunità la nostra preghiera.

Leonardo Piras

(Fotografie da: Basilica S. Elena – Quartu S. Elena)

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«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti

«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti

«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti«Fare Casa, costruire la Chiesa»: questo è il tema della Giornata Diocesana dei Ministranti 2024, svoltasi lo scorso 25 aprile a Selargius, presso la Parrocchia del SS. Salvatore. A colorare i locali...

Riprendono le attività al Seminario Regionale Sardo

Riprendono le attività al Seminario Regionale Sardo

Riprendono le attività al Seminario Regionale Sardo 

Una ripresa all’insegna della “regionalità” per la comunità del Pontificio Seminario Regionale Sardo, che dal 24 al 28 settembre ha compiuto la tradizionale visita ad una delle diocesi sarde.

Quest’anno, i 33 componenti della comunità residenziale hanno visitato la diocesi di Nuoro, godendo del patrimonio spirituale e storico-artistico di questa comunità ecclesiale composta da circa 126 702 abitanti e 46 comunità parrocchiali.

La prima gradita tappa è stata ad Ottana dove, ricevuti con generosità dal parroco don Pietro Borrotzu, abbiamo visitato l’antica cattedrale romanica intitolata a San Nicola.

Orgosolo e Oliena le tappe effettuate durante la giornata del 25. Accolti a Orgosolo dal parroco don Salvatore Goddi, siamo stati condotti dapprima alla scoperta dei caratteristici murales che tappezzano le case del paese, per poi approdare nella cripta dedicata alla Beata Antonia Mesina, giovane martire orgolese beatificata da San Giovanni Paolo II il 4 ottobre del 1987.

Sotto il segno del Beato Giovanni Antonio Solinas, invece, la visita a Oliena, popoloso centro a pochi chilometri da Nuoro. Solinas, beatificato il 2 luglio 2022, nacque a Oliena nel 1643 e dopo essere entrato nella Compagnia di Gesù, partì come missionario per la lontana Argentina. Lì venne brutalmente trucidato da un gruppo di indigeni il mattino del 27 ottobre 1683.

Una comunità gioiosa, quella di Oliena, che ci ha accolto con gioia nella chiesa parrocchiale e ha celebrato l’Eucarestia con noi. Tra l’altro, gli olianesi hanno avuto il piacere di rivedere dopo tempo il loro caro vice parroco, don Paolo Carzedda, animatore del I biennio, che ha presieduto la celebrazione.

Il nostro itinerario alla scoperta delle figure di santità nuoresi è proseguito con la visita alla comunità di Dorgali, il 26 settembre, dove abbiamo incontrato le claustrali del locale Monastero Benedettino e da lì, guidati dal parroco don Gianfranco Nieddu, abbiamo percorso un itinerario spirituale sui passi della Beata Maria Gabriella Sagheddu, beatificata da San Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983. La Beata dorgalese entrò nel 1935 tra le Trappiste di Grottaferrata e, dopo una breve ma intensissima vita religiosa offerta per l’unità dei cristiani, vi morì nel 1939.

Edificati dalle tanto splendide testimonianze di santità,  abbiamo proseguito alla volta di Galtellì, dove il parroco don Piero Mula ci ha illustrato la suggestiva vicenda del miracoloso crocifisso custodito nella parrocchiale, al quale nel corso del XVII sec. si attribuirono eventi miracolosi, documentati e sottoposti ad un processo che ne confermo la veridicità.

La giornata si è poi conclusa con la celebrazione dell’Eucarestia nella parrocchiale di Orosei e la calorosa accoglienza da parte della comunità.

Dedicato a Siniscola, centro principale della Baronia che conta circa 11 150 abitanti, il penultimo giorno del nostro itinerario nuorese. Al mattino, guidati dal parroco di Lodè, don Emanuele Martini, abbiamo percorso un tratto del Montalbo, massiccio calcareo che si snoda da Lula a Siniscola, per raggiungere insieme Punta Cupetti. In serata, invece, la grande accoglienza da parte della comunità con la celebrazione dell’Eucarestia  e la visita ad alcune delle principali chiese cittadine.

Tutto nuorese l’ultimo giorno della nostra permanenza nella diocesi. In tarda mattinata la celebrazione dell’Eucarestia presieduta dal Vicario generale don Giuseppe Mattana nella Cattedrale di S. Maria della Neve e, a seguire, il pranzo presso il Seminario Vescovile con la fraterna accoglienza del rettore, don Luciano Monni, e della vivace comunità liceale e propedeutica.

Assente giustificato il Vescovo Mons. Antonello Mura, impegnato a Roma nei lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che non ha voluto farci mancare il suo saluto e la sua vicinanza tramite il Vicario Mattana.

Infine, non potevamo terminare il nostro viaggio, senza una visita al Monastero delle Carmelitane Scalze con un intenso e significativo dialogo di circa un’ora con la comunità delle claustrali. Alle loro “mani alzate” (cfr. Esodo 17,11-16) abbiamo affidato la comunità e la ripresa delle attività residenziali.

Torniamo a Cagliari per riprendere le attività formative e la vita accademica arricchiti da una più approfondita conoscenza della Chiesa sarda ma, soprattutto, edificati dalla testimonianza di fede del popolo di Dio che vive in Barbagia e Baronia.

Leonardo Piras

(Fotografie da: Pontificio Seminario Regionale Sardo)

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«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti

«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti

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Al Seminario Romano si riparte con tante novità

Al Seminario Romano si riparte con tante novità

Al Seminario Romano si riparte con tante novità

Il giorno 12 del mese di settembre [2023], a seguito del rientro dei seminaristi della diocesi di Roma dall’annuale incontro diocesano, che si è tenuto a Greccio, e dei seminaristi fuori sede, con il canto dei Vespri è iniziato il nuovo anno formativo presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore. L’inizio è stato vivace, in quanto carico di numerose novità importanti. Infatti, dopo aver salutato a giugno, con tanta gratitudine per il servizio svolto, Don Gabriele Faraghini, la comunità ha accolto il nuovo rettore, il vescovo mons. Michele Di Tolve, proveniente dalla diocesi di Milano, che da subito ha manifestato un grande entusiasmo per il nuovo incarico. A questa si aggiungono altre novità, in quanto il Seminario Romano ha accolto, per permettere loro di continuare la formazione, quattro membri dell’Opera di Gesù Sommo Sacerdote e la comunità dei seminaristi del santuario della Madonna del Divino Amore; a loro si aggiungono gli ingressi al primo anno di ragazzi appartenenti alla diocesi di Roma, Albano e Molfetta. I nuovi arrivati hanno anche accresciuto la multiculturalità del seminario, essendovi tra essi ragazzi provenienti da varie nazioni, anche molto lontane, testimonianza di come davvero “tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio” (Sal 97,3).

Per seguire l’esempio degli Apostoli, che prima hanno ascoltato il Maestro e poi hanno dedicato la vita per l’annuncio della Parola ascoltata, così come da consuetudine annuale, si è tenuto il corso di esercizi spirituali dal 12 al 18 settembre, a Montefiolo per il I e il II e a Ronciglione per il III, V e VI anno, predicati da due vescovi ausiliari della diocesi di Roma. Al termine degli esercizi, dopo aver ascoltato il Maestro, si è ricevuto il mandato missionario, in vista della settimana dedicata alla missione, in cui, divisi in gruppi, si è stati inviati presso alcune realtà della Chiesa di Roma, quali parrocchie, Caritas e seminario minore, per vivere un momento di servizio e annuncio. Dal lunedì 2 ottobre si è ripresa l’ordinarietà della vita comunitaria, con l’entrata in vigore dei nuovi incarichi di servizio e l’inizio delle attività accademiche e pastorali.

Cristiano Pani

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«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti

«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti

«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti«Fare Casa, costruire la Chiesa»: questo è il tema della Giornata Diocesana dei Ministranti 2024, svoltasi lo scorso 25 aprile a Selargius, presso la Parrocchia del SS. Salvatore. A colorare i locali...

Inizio dell’anno all’Almo Collegio Capranica

Inizio dell’anno all’Almo Collegio Capranica

Inizio dell’anno all’Almo Collegio Capranica 

Il nuovo anno all’Almo Collegio Capranica ha preso formalmente inizio il 23 settembre [2023] con la S. Messa presieduta dal rettore, Mons. Riccardo Battocchio, che ha voluto ricordarci il valore della con-vocazione, del sentirci chiamati insieme a vivere questo nuovo anno. È stata l’occasione per dare il benvenuto e accogliere i nuovi alunni, 13 giovani provenienti da diverse diocesi italiane e del mondo. Già prima, però, chi ha incarichi di servizio per la comunità, ha anticipato la ripresa: Tommaso è stato al lavoro per la redazione del ricco programma culturale annuale, mentre Davide ha seguito gli iter di iscrizione alle Università dei nuovi alunni.

Dopo i consueti spostamenti di camera, tra uno scatolone e l’altro da svuotare, la domenica sera la comunità si è ritrovata per una breve incontro informativo circa gli esercizi e la vita comunitaria. La mattina seguente, lunedì 25, siamo partiti per vivere gli esercizi spirituali nella foresteria del Monastero di Camaldoli, luogo benedettino immerso nel paesaggio naturale. A guidare gli esercizi è stato padre Matteo Ferrari, monaco camaldolese, che ci ha accompagnato per cinque giorni con il brano di Matteo 13, il discorso in parabole con Gesù, soffermandosi in particolare sulla parabola dei semi gettati nei quattro solchi. Ad aiutare ad entrare in un clima di preghiera è stata la comunità benedettina stessa, che ci ha introdotto alla salmodia monastica, con dei ritmi tipicamente più lenti così da dar spazio per meditare la Parola.

Terminati gli esercizi, siamo tornati in quel di Roma, dove ad attenderci ci sono stati l’inizio delle lezioni e del nuovo anno accademico. Gli studenti della Gregoriana (Davide e Tommaso) sono tornati sui banchi il 4 ottobre, mentre chi studia in altre facoltà (Claudio) ha incominciato un po’ prima.

Due eventi, partecipati dagli alunni, hanno coronato l’inizio dell’anno accademico: la Messa di inaugurazione della Gregoriana e l’apertura della I sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi. E proprio questo «momento di sinodalità» sarà lo sfondo del nostro primo mese: la presenza in Collegio di Mons. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino, e don Severino Dianich, entrambi partecipanti al Sinodo, oltre che del Rettore, Segretario speciale, accompagnerà con slancio sinodale la ripresa dell’avventura romana dei Capranicensi cagliaritani.

Claudio Pireddu
In collaborazione con Davide Ambu

(Fotografie da: Almo Collegio Capranica, Tony Kocherry)

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«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti

«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti

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Un nuovo anno al Collegio Leoniano

Un nuovo anno al Collegio Leoniano

Un nuovo anno al Collegio Leoniano 

Al Pontificio Collegio Leoniano di Anagni l’anno seminaristico 2023/2024 è iniziato lunedì 18 settembre. Nella prima settimana, detta anche settimana comunitaria, c’è stata l’accoglienza dei seminaristi che a maggio avevano fatto il “passaggio” dalla comunità propedeutica e si apprestano a formare la classe del I filosofia. È stata l’occasione per raccontarsi le esperienze estive all’interno di un dopo cena organizzato dall’equipe educativa, in cui ci è stato presentato anche il calendario dell’anno. Lo scopo principale di questa settimana è la sistemazione dei locali del seminario in vista del nuovo anno: questo l’abbiamo vissuto in due fasi, in primis attraverso i servizi comunitari che ci hanno visto coinvolti nell’anno appena passato e che verranno cambiati nel mese di ottobre; l’altra fase è stata quella dei lavori comunitari in cui divisi in gruppi si sono rimessi in ordine e in funzione i luoghi comunitari. Questa settimana nella sua leggerezza è stata anche arricchita da una visita a Veroli: abbiamo avuto modo di assaporare la sua storia e la sua ricchezza artistica. A conclusione di questa settimana tre seminaristi che hanno iniziato il sesto anno in seminario, tra cui anche me, hanno concluso il primo ciclo di studi teologici con la discussione della tesi di baccalaureato ed il De universa theologica (esame finale in cui la commissione pone delle domande su 10 materie teologiche che hanno caratterizzato il percorso di studi). Come ogni anno la seconda settimana è stata caratterizzata dagli esercizi spirituali comunitari, che quest’anno sono stati predicati da Padre Antonio Magnante I.M.C., attraverso un itinerario cristologico nel Vangelo di Giovanni. Con la conclusione degli esercizi spirituali sono iniziate tutte le attività del seminario a pieno ritmo, con l’inizio delle lezioni presso l’istituto teologico, i corsi previsti per i seminaristi del sesto anno e le altre attività comunitarie che caratterizzano la settimana.

Samuele Mulliri

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«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti

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I racconti della GMG di Lisbona

I racconti della GMG di Lisbona

I racconti della GMG di Lisbona 

A Lisbona ho vissuto la GMG per la prima volta. Ad essere sincero, non mi hanno mai appassionato questo tipo di manifestazioni, sia per i disagi che comportano, sia perché li ritenevo appunto eventi per giovani, con uno stile che non apprezzavo. É certamente un’esperienza unica di Chiesa universale, che mostra soprattutto il suo volto giovane. É stato bello vedere tantissime persone, di ogni razza e lingua, ciascuna con la misura di fede che solo Dio sa valutare, riunite nel nome di Gesù, chiamate dal Papa per esprimere il loro essere cristiani. Forse per l’età, ma soprattutto per il carattere, certi momenti non mi hanno entusiasmato, quali ad esempio le esibizioni dei dee-jay e rimango perplesso all’idea di celebrare una Messa “oceanica”, con tantissime persone. Le catechesi e gli interventi del Papa a mio avviso sono state poco incisive e avevano generalmente una tonalità un po’ melanconica, volevano infondere speranza ma sottolineavano un po’ troppo le debolezze e le fragilità dei giovani, senza mettere in luce soprattutto i loro punti di forza e le loro potenzialità. Alcune testimonianze sono state molto belle e toccanti, forse è mancato un po’ il riferimento alla “normalità” della vita cristiana, specialmente quella dei giovani. Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che la carta vincente non sono i singoli momenti della GMG, anche perché talvolta non è possibile goderli appieno (della Via Crucis, che è stata molto apprezzata, ho potuto sentire buona parte delle riflessioni, ma dalla posizione del mio gruppo non vedevo neanche lo schermo), ma è l’esperienza globale quella che “lascia il segno”.
Come rettore, ho visto con piacere che i seminaristi sono riusciti ad adattarsi e hanno accettato con semplicità (quasi tutti) di vivere l’esperienza insieme, dormendo nello stesso stanzone, condividendo le fatiche e le gioie, senza fare particolari tragedie. Pur dopo le iniziali perplessità e qualche lamentela da parte di alcuni, il bilancio finale dei ragazzi è stato ampiamente positivo. Vedere tanti giovani uniti nella fede è stata anche occasione per tutti di incoraggiamento. Ritengo sia stato, altresì, molto importante, per molti di noi che vivono tutto sommato in mezzo alle comodità, il misurarci con il disagio, aggravato da una organizzazione talvolta poco efficiente.

Don Roberto Ghiani
Rettore del Seminario Arcivescovile

Questa è stata la mia prima GMG e devo dire che per me è stata molto importante per alcuni aspetti, primo fra tutti l’esperienza dell’immensità della Chiesa.
Certo, eravamo solo una piccola parte rispetto a tutti i battezzati nel mondo, ma bastava per rendersi conto di quanto il Vangelo nei secoli sia stato portato in tutto il mondo e quanto sia bello almeno una volta condividere la propria fede con altri in un così grande evento.
Un altro aspetto che mi ha colpito sono stati i momenti di preghiera, in particolare la Via crucis: vedere tantissimi giovani come me che con grande attenzione seguivano in silenzio la preghiera, mi ha commosso e mi ha permesso di pregare davvero bene, con ammirazione per la dedizione di alcuni che avevo vicino.
L’ultimo aspetto che metto in risalto è quello della fraternità/condivisione: l’esperienza della GMG – come altre analoghe – è stata bella anche per la condivisione delle giornate con i compagni di viaggio; dolori, fatiche, risate e scherzi, silenzio e attenzione per l’altro e tanta compagnia… insomma, non sono solo, non siamo soli!

Lorenzo Vacca

“Ésta es la juventud del papa!”. Sono queste le prime parole che i giovani appena arrivati a Lisbona facevano risuonare chiassosamente tra i palazzi della città. Fu la prima cosa a colpirmi. Da ogni strada sbucavano colori, bandiere, volti, sorrisi ed erano veramente tanti! Continuavo a chiedermi: Cosa li spinge a venire qui? Cosa muove tutto questo? Possono sembrare domande scontatissime, è Cristo che li chiama, è il papa che li invita.
Ma continuavo a rimanere sorpreso. Ho visto coi miei occhi, durante la GMG, quel brillare di cui ha parlato il Santo Padre alla Messa conclusiva, quel brillare di chi ha “semplicemente” accolto Gesù e si è messo sulla sua strada. Ho visto il brillare di una Chiesa piena di vitalità, che non è grande perché è perfetta e ben ordinata, ma è grande per quel grande gesto di amore di Cristo che dona la sua vita. Mi fa rabbrividire. Quell’unico gesto così insignificante per molti, così silenzioso, così lontano, nei giorni della GMG ha radunato un milione e mezzo di persone!
“Cosa portiamo con noi ritornando alla vita quotidiana?” chiede il papa durante I’omelia dell’ultima Messa. È difficile rispondere dopo un’esperienza così forte. Ma sicuramente porto a casa una nuova consapevolezza su cosa “brilla” davvero e un po’ di coraggio in più a correre quel rischio che è amare.

Enrico Muscas

La GMG di Lisbona è stata un’esperienza straordinaria, una testimonianza vivente di condivisione, di fede e di unità, che ha lasciato un’impronta profonda nel mio cuore! Un viaggio pieno di emozioni e sorrisi, ma anche di tanta fatica, ripagata nel vedere la gioia e la felicità nei volti dei ragazzi! Un evento a cui hanno partecipato un milione e seicentomila giovani provenienti da tutto il mondo. Questa è la testimonianza che i giovani ancora credono e ancora sperano. La Chiesa è una comunità viva, I giovani sono presenti nella Chiesa e continuano a credere. La condivisione di tutto questo tempo vissuto insieme tra noi seminaristi e con altri giovani, ci ha donato la possibilità di apprezzarne l’unicità di ciascuno, riconoscendone in ognuno la presenza di Dio.
L’esperienza è stata intensa e coinvolgente: dalla visita al santuario della Madonna di Fatima, la bellissima festa degli italiani, la via crucis, fino alla suggestiva veglia che ha riunito una folla di giovani alla riflessione profonda sul significato di appartenenza e incontro con Dio e con gli altri. La GMG ha offerto non solo un rafforzamento della fede, ma anche l’opportunità di allargare gli orizzonti culturali e spirituali. L’incontro con i giovani provenienti da diverse parti del mondo ci ha donato una ricchezza immensa di culture diverse e ci ha rivelato l’universalità della fede e l’unità che essa può creare. Tutto questo in una città stupenda come Lisbona!
Insieme, abbiamo vissuto un’esperienza unica, dove i nostri cuori, i nostri sorrisi e le nostre fatiche si sono fusi in un abbraccio fraterno. Un ricordo indimenticabile che mi ha donato la grazia di riscoprire amicizie profonde e la bellezza di un cammino condiviso insieme.

Don Antonio Micciché

Quest’anno la Giornata Mondiale della Gioventù si è svolta a Lisbona, con la presenza di ben 1,5 milioni di giovani cattolici radunati da tutto il mondo, e soprattutto con la presenza di Papa Francesco. La nostra arcidiocesi di Cagliari ha portato ben 220 giovani tra oratori e seminario. È stata un’esperienza veramente bella, che ci ha permesso di conoscere nuove realtà, nuovi ragazzi che venivano da ogni parte del mondo. Una frase che può riassumere questi giorni, compresi gli incontri con il Santo Padre, è questa: “Tutto si paga, solo l’amore di Gesù è gratis!” Ho potuto sperimentare con mano, in questa settimana, quanto questa frase dice, tra i milioni di giovani si poteva percepire quanto l’amore di Gesù sia veramente GRATIS, un amore incondizionato che non chiede nulla in cambio e che, appunto, è sempre in mezzo a noi. Con le fatiche che questa esperienza ci preparava siamo comunque riusciti a viverla al meglio: pregando, commuovendoci, divertendoci e volendoci bene gli uni gli altri. Spero ancora di poter partecipare a giornate come queste. Prossima tappa Giubileo a Roma nel 2025. Che il Signore ci assista e ci accompagni sempre in ogni suo progetto.

Cristian Mascia

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«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti

«Fare casa, costruire la Chiesa»: Giornata Diocesana dei Ministranti

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