Cre-Grest TuxTutti all’Oratorio di Elmas

Cre-Grest TuxTutti all’Oratorio di Elmas

Cre-Grest TuxTutti all’Oratorio di Elmas 

Dal 3 al 28 luglio alcuni seminaristi, Giovanni Maria Carboni, Lorenzo Vacca e Claudio Pireddu, hanno vissuto il cre-grest parrocchiale all’oratorio di Elmas.

È stata un’esperienza che ha coinvolto circa 60 bambini di età compresa tra i 6 ai 12 anni, accompagnati dai tanti animatori dell’oratorio che per la prima volta si accingevano a vivere un modo diverso di essere Chiesa. Il tema del Cre proposto dall’arcidiocesi di Cagliari, TUXTUTTI, ha dato il colore alle giornate, accompagnandole con tematiche come l’ascolto, il prendersi cura, l’attesa. All’inizio di ogni giornata era sempre presente un momento di preghiera introduttivo con una piccola catechesi; dopo il ballo dell’inno, ci si divideva in squadre per fare i laboratori, dove i bambini hanno potuto approfondire diverse attività: in particolare il canto, il ballo, il disegno artistico, il cucito e un laboratorio sul modo di vivere le emozioni.

È stato significativo vedere come questi laboratori siano stati possibili anche grazie a tanti adulti che, con spirito di servizio, hanno voluto mettere a disposizione il loro tempo le loro capacità per prendersi cura dei bambini.

Una volta terminati i laboratori, ci si recava a pranzo e nel dopopranzo si proponeva un film o un cartone animato; quest’attività era dettata anche dal fatto che le temperature elevate non permettevano in quella fascia oraria di poter giocare all’aperto.

Verso le 15 iniziava il “terzo tempo”, un momento in cui si faceva un’attività a tema, che poteva consistere in una recita oppure in un gioco. Infine la giornata terminava con il ballo dell’inno.

«È stata un’esperienza in cui ho potuto dare la mia persona con la mia fede, anche grazie alla disponibilità e all’apertura del parroco, don Marco Orrù, e dei ragazzi dell’oratorio – dice Claudio – e poter camminare con loro. Vivere per la prima volta il CRE da animatore vuol dire sperimentare le insicurezze, le paure, ma che queste vengono meno nel momento in cui si cammina insieme e si vede come quella gioia lasciata nei bambini, è quel seme gettato nel terreno, che, se la persona lo accoglie, porterà frutto».

Assieme all’esperienza dell’oratorio, esperienza centrale, non è mancata quella del vivere insieme: «ho vissuto quest’esperienza – commenta Giovanni Maria – insieme a Claudio e a Lorenzo, con cui abbiamo condiviso non solo le attività in oratorio, ma anche la quotidianità di queste 4 settimane. È quest’ultimo un valore aggiunto, in quanto ha permesso di approfondire le relazioni di amicizia tra noi. Lavorare insieme per una medesima finalità ci ha unito come gruppo e ci ha permesso di valorizzare i risultati, e supportarci nei momenti di difficoltà».

Anche Lorenzo valuta positivamente quest’esperienza: «l’esperienza a Elmas è stata l’occasione per poter vivere con profondità l’oratorio estivo. In cinque anni di seminario mi è capitato di fare tante attività, di diverso tipo, ma mai in oratorio: per questo motivo mi è servita tanto. Due cose mi hanno particolarmente colpito: collaborare con gli animatori (e quindi stare con loro, fare un’esperienza di gruppo) e la fraternità insieme al parroco, don Marco, e ai miei due compagni: Giovanni Maria e Claudio.

Questa è stata l’occasione ottimale per mettere a servizio le tante cose che in seminario si possono imparare, soprattutto l’aspetto comunitario: condividere le idee nell’organizzazione e le intere giornate con dei compagni di viaggio, credo sia una bella occasione per imparare uno stile, quello della fraternità».

Giovanni Maria Carboni, Claudio Pireddu e Lorenzo Vacca

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Esperienza Pastorale presso la Parrocchia S. Sebastiano in Elmas

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Spiritualità con i monaci di Praglia

Spiritualità con i monaci di Praglia

Spiritualità con i monaci di Praglia 

Per due estati consecutive l’Abbazia di Praglia è stata – e rimane – un importante riferimento per trascorrere qualche giorno nel silenzio e nella preghiera, per una rilettura dell’anno seminaristico appena trascorso e per un po’ di riposo.

Costruita tra l’XI e il XII secolo alle pendici dei Colli Euganei, l’Abbazia di Praglia conta attualmente poco più di 30 membri ed è la comunità benedettina (maschile) più numerosa d’Italia. La maggior parte dei monaci vive stabilmente a Praglia, mentre alcuni di essi vivono nelle tre case dipendenti di San Giorgio Maggiore, a Venezia, Monte della Madonna, a Teolo, e Sadhu Benedict Moth, in Bangladesh.

Ogni giorno i monaci si dedicano alla celebrazione comunitaria della Liturgia delle Ore e dell’Eucaristia, assieme alla personale relazione con la Parola di Dio mediante la Lectio Divina, strumento con cui il monaco si allena a riconoscere la voce del Signore. Un altro aspetto che caratterizza la vita dei monaci è quello del lavoro, essenziale per San Benedetto. Attraverso di esso i monaci guadagnano da vivere, provvedono alla manutenzione ordinaria del monastero e vanno in aiuto a varie situazioni di bisogno e povertà.

Ma oltre a preghiera e lavoro, un aspetto centrale della vita monastica è proprio l’ospitalità, così come esige la Regola: «Tutti gli ospiti che sopravvengono siano accolti come Cristo perché lui stesso dirà: Sono stato ospite e mi avete accolto» (RB 53). L’ospitalità benedettina è un’esperienza pienamente spirituale, umana e culturale che permette agli ospiti di vivere un periodo di raccoglimento e ricerca spirituale intenso attraverso la partecipazione alla vita dei monaci

La giornata comincia la mattina presto (5.15) con la preghiera del Mattutino e uno spazio per la Lectio Divina personale di circa un’ora. Seguono le Lodi, la celebrazione dell’Eucaristia e l’Ora Terza.

Durante la mattina si ha la possibilità di collaborare al lavoro che i monaci svolgono quotidianamente nel monastero, come nel laboratorio erboristico o del miele. La giornata si conclude con la preghiera dell’Ora Sesta e il pranzo. Tutti i pasti si svolgono con un rigoroso silenzio, in cui l’unica voce è quella del lettore che accompagna il pasto con delle letture spirituali.

Nel pomeriggio, dopo la preghiera dell’Ora Nona, si ha del tempo libero per la preghiera personale, colloqui con i monaci e per visitare, anche con una guida, le aree di interesse del monastero: tre dei quattro chiostri presenti (il quarto non è visitabile perché nella clausura), la sala capitolare del XV-XVI sec., il refettorio monumentale dello stesso periodo, la loggetta detta “del Fogazzaro”, in omaggio allo scrittore vicentino che la descrisse nel suo Piccolo mondo moderno, la biblioteca antica del sec. XVI e la chiesa abbaziale del XV-XVI sec. dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta.

Dopo la preghiera dei Vespri, la cena e Compieta, il suono delle campane ricorda che la giornata è giunta ormai al termine e tutti sono invitati a rientrare nella propria cella e mantenere un clima di silenzio fino all’indomani.

Enrico Muscas

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Giornate di comunità del Seminario Maggiore

Giornate di comunità del Seminario Maggiore

Giornate di comunità del Seminario Maggiore 

Giornate di fraternità e condivisione dal 30 agosto al 2 settembre per i seminaristi di Cagliari presso il Centro Pastorale diocesano “Piergiorgio Frassati” ad Alghero.

Fraternamente accolti da don Giampiero Piras, responsabile della casa, e da S.E. Mons. Mauro M. Morfino, Vescovo di Alghero-Bosa, abbiamo trascorso alcuni giorni insieme per programmare il nuovo anno formativo e mettere al centro della nostra riflessione il tema delle relazioni.

A guidarci nel corso dei primi due incontri è stato il Dott. Davide De Villa, psicologo e psicoterapeuta impegnato da tempo in una collaborazione con la comunità del Pontificio Seminario Regionale Sardo. Dialoghi, laboratori e narrazione di esperienze hanno caratterizzato la proposta del Dott. De Villa che, al termine dei due incontri, si è detto molto soddisfatto dell’esperienza condivisa con i presenti.

La riflessione sul tema scelto è stata poi proseguita dal rettore, don Roberto Ghiani, che l’ha sviluppata nei suoi aspetti biblici e formativi. Naturalmente, i giorni trascorsi ad Alghero segnano solamente il “lancio” del tema che sarà sviluppato gradualmente durante l’anno con incontri periodici.

Anche l’Arcivescovo, di ritorno da Siracusa, dove ha celebrato i settanta anni dal prodigio della Madonna delle Lacrime, non è voluto mancare, condividendo con noi la celebrazione della Eucarestia e i momenti di fraternità, partecipando anche alla condivisione sulle varie esperienze estive vissute dai 22 seminaristi cagliaritani.

Oltre agli incontri trascorsi all’interno della casa, abbiamo goduto delle bellezze naturalistiche offerte dal territorio, con la visita al complesso forestale di Punta Giglio e alla spiaggia di Maria Pia, e apprezzato il patrimonio storico-artistico della città catalana, con la visita alla splendida cattedrale di Santa Maria e ai suggestivi bastioni che ne circondano il centro storico.

L’occasione è stata propizia per conoscere ed accogliere i quattro nuovi seminaristi che si inseriranno a settembre nella comunità del Pontificio Seminario Regionale Sardo: Alberto Caocci, Michele Fanunza, Giacomo Pisano e Paolo Vacca.

La tre giorni di Alghero si è ufficialmente conclusa nella Sala Benedetto XVI del Seminario Arcivescovile dove, dopo gli interventi del rettore e di Mons. Baturi, i seminaristi si sono presentati al clero della diocesi.

“L’auspicio – ha affermato l’Arcivescovo – è che questo incontro diventi una consuetudine annuale in cui presentare al clero i giovani in cammino verso il sacerdozio per inserirli gradualmente nella comunità del presbiterio diocesano in cui, a Dio piacendo, un giorno entreranno a far parte”.

Leonardo Piras

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Esperienza Pastorale presso la Parrocchia S. Sebastiano in Elmas

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La Dichiarazione Dignitas infinita circa la dignità umana/2

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Oratorio estivo a S. Vittoria Sinnai

Oratorio estivo a S. Vittoria Sinnai

Oratorio estivo a S. Vittoria Sinnai 

Dal 17 al 30 luglio 2023 sono stato ospite nella parrocchia Santa Barbara V. M. di Sinnai, per partecipare alle attività estive dell’oratorio. Nelle due settimane si è svolto il Grest nell’oratorio di Santa Vittoria insieme ai ragazzi, ma si è svolto con la presenza anche dei ragazzi dell’oratorio di Santa Barbara. Erano presenti circa 80 bambini e 30 animatori.

È stata una esperienza edificante, ho potuto riscontrare quanto i giovani si siano messi d’impegno affinché il grest si svolgesse nei migliori dei modi, aiutati anche dall’assidua presenza del parroco Padre Gabriele, che introduceva la giornata con l’ascolto della Parola di Dio. E non è mancato il divertimento, per i bambini che erano presenti. Il Grest si è concluso sabato 29 con la s. Messa e la festa finale.

Nicolas Arba

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Esperienza Pastorale presso la Parrocchia S. Sebastiano in Elmas

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A Serramanna Alessio ammesso agli Ordini

A Serramanna Alessio ammesso agli Ordini

A Serramanna Alessio ammesso agli Ordini 

La numerosa comunità di Serramanna si è ritrovata nella chiesa parrocchiale di S. Ignazio da Laconi a celebrare, lo scorso 1° luglio [2023], la liturgia durante la quale il nostro Arcivescovo S.E.R. Mons. Giuseppe Baturi ha ammesso Alessio Pilloni tra i candidati all’Ordine sacro del diaconato e del presbiterato.

Alessio, seminarista del Pontificio Seminario Regionale Sardo al III anno di formazione, ha manifestato pubblicamente la volontà di dedicarsi totalmente al Signore nel ministero ordinato. Fortemente radicato in parrocchia fin dalla giovanissima età, Alessio ha sempre frequentato con particolare interesse la vita liturgica della comunità, spendendosi nella catechesi dell’iniziazione cristiana; sapientemente accompagnato dal suo parroco, don Pietro Mostallino, e attratto dal suo esempio di vita sacerdotale, ha potuto interrogare quel desiderio interiore di donarsi a Dio, prima frequentando periodicamente gli incontri vocazionali del seminario, e poi entrando a far parte della comunità del seminario minore nel 2019; compreso così il dono che Dio gli stava proponendo, ha risposto con entusiasmo a quell’appello e la Chiesa ne riconosce l’autenticità.

Durante l’omelia, l’Arcivescovo ha sottolineato proprio la logica del dono e dell’accoglienza, con l’invito ad “accogliere il dono di Dio, che è un compito, è una missione, una responsabilità: proprio perché è di Dio noi siamo invitati a custodirlo, a farlo crescere”. “La dinamica dell’esistenza è sempre sostenuta da un ‘per’: noi facciamo le cose ‘per’ qualcosa” – ha proseguito mons. Baturi – “perché e per chi faccio tutto quello che faccio?”. Questa domanda, che sta a fondamento di ogni vita ben spesa, e quindi di ogni vocazione cristiana, può trovare risposta piena e soddisfacente nell’infinito di Dio: “Vivere per la verità, vivere per la vita, vivere per la bellezza, vivere per ciò che non muore – rimarca l’Arcivescovo – è questa la ragione: ‘viventi per Dio in Cristo Gesù’”.

È questo che Alessio ha potuto vivere grazie alla comunità di Serramanna, sua famiglia nella fede, vedendo nella testimonianza attraente di don Pietro che la reale risposta alla domanda “per cosa vivi?” può essere Gesù Cristo. L’augurio è che Alessio continui a vivere per Dio e a trasmettere agli altri che solo Dio basta all’uomo.

Davide Ambu

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Sestu in festa: Francesco ammesso agli Ordini

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Durante una festosa celebrazione nella Chiesa di N.S delle Grazie in Sestu, lo scorso 30 giugno [2023] il nostro Arcivescovo S.E.R. Mons. Giuseppe Baturi ha ammesso Francesco Cara tra i candidati all’Ordine sacro del diaconato e del presbiterato.

Francesco, seminarista che conclude il III anno di formazione presso il Pontificio Seminario Regionale Sardo, ha infatti deciso di giocarsi la vita affidandola nella mani del Signore. Dopo un brillante percorso universitario, culminato con la laurea triennale in Scienze dell’Architettura, e forte dell’esperienza di servizio come educatore nell’oratorio della parrocchia, ha scelto di prendere il largo per qualcosa di più grande, dando risposta a quelle domande che dimoravano nel suo cuore.

E così, la comunità di Sestu, di cui Francesco è figlio riconoscente, ha accompagnato e sostenuto il suo cammino di sequela del Maestro, come aveva già fatto – ha ricordato il parroco Mons. Franco Puddu – con altri suoi figli: don Sergio Manunza, don Angelo Cardia e don Diego Zanda, originari della parrocchia. Segno eloquente di questa vicinanza è stata la presenza di tanti ragazzi e giovani dell’oratorio, ai quali il nostro seminarista ha dedicato tempo ed energie condividendo con loro la fede e la bellezza di una vita scommessa sul Vangelo.

Durante l’omelia, l’Arcivescovo, commentando la prima lettura, ha voluto ricordare a Francesco l’importanza della risposta all’alleanza che Dio propone: “perché Dio possa parlare al cuore degli uomini qualcuno deve dire di sì, deve lasciar posto per seguire il Signore e nel momento decisivo rinunciare alla possibilità delle proprie mani, alla possibilità di affermare un proprio progetto per confidare totalmente in lui, lasciando che sia Dio a fissare il [modo] cioè il nostro destino”. “Per servire l’alleanza di Dio in favore del popolo – ha proseguito mons. Baturi – bisogna lasciare che Dio entri nelle cose più care, alla radice della nostra personalità, perché non c’è totalità di dedizione se non è toccata la radice” e solo così si corrisponde alla “chiamata a respirare il respiro stesso di Dio a favore dell’uomo”.

L’augurio è che Francesco possa continuare a contagiare con la sua vitalità le persone che il Signore vorrà fargli incontrare, testimoniando che vale la pena spendere la vita per quella Bellezza che salva.

Davide Ambu

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