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Amicizia in Cristo: incontro formativo con l’Arcivescovo
Amicizia in Cristo: incontro formativo con l’Arcivescovo
Domenica 19 novembre [2023] si è tenuto, presso i locali del Seminario Arcivescovile, l’incontro dei seminaristi dell’Arcidiocesi con l’arcivescovo, S.E.R. Mons. Giuseppe Baturi e il rettore Don Roberto Ghiani. A partire dalla relazione di Don Roberto, si è discusso e riflettuto insieme sul tema dell’amicizia, sulla scia del tema delle relazioni, filo conduttore dei prossimi incontri formativi previsti.
Gesù non ci chiama più servizio ma ci invita a essere suoi amici (cfr. Gv 15,12-19), invitandoci ad amare non secondo logiche umane, ma con lo stesso amore con il quale egli stesso ci ama e ci ha amati, donando tutto sé stesso attraverso il sacrificio della Croce. Dio ama ognuno di noi e il suo amore precede ogni nostra risposta. Vivere l’amicizia con Cristo è rivivere la sua missione, rendere visibile il suo volto all’altro, egli stesso che vive quell’amicizia nella perfezione e armonia della Santissima Trinità. “Non è bene che l’uomo sia solo” (Gen 2,18): Dio non ha creato l’uomo per la solitudine, ma per la comunione e il dialogo.
Subito dopo, si è partecipato alla Veglia Diocesana di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, presso la Chiesa di Cristo Re a Cagliari. Nel Vangelo del Buon Samaritano (Lc 10,25-37), l’invito di Gesù, “va’ e anche tu fa’ così” riflette quel dovere che noi sentiamo perché ogni ferito possa essere guarito, grazie a quella medicina che solo la presenza e la grazia di Dio offrono. L’Arcivescovo ha ricordato le tre parole suggerite dal Santo Padre nell’udienza ai Servizi e Centri di ascolto territoriali per la tutela dei minori e dei più vulnerabili, promosso dalla CEI: custodire, ascoltare e curare. Gesù partecipa al dolore dell’altro, lo ne prende custodia, se ne fa vicino in un ascolto che si trasforma in una dilatazione del mio corpo, che diventa quello del mio fratello sofferente. Solo la lotta alla cultura dello scarto può permettere quel cambiamento culturale che mette al centro i piccoli e gli emarginati della società, per poterne avere cura e custodia.
Michele Fanunza
(Foto di Michele Fanunza)
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