Una ripresa all’insegna della “regionalità” per la comunità del Pontificio Seminario Regionale Sardo, che dal 24 al 28 settembre ha compiuto la tradizionale visita ad una delle diocesi sarde.
Quest’anno, i 33 componenti della comunità residenziale hanno visitato la diocesi di Nuoro, godendo del patrimonio spirituale e storico-artistico di questa comunità ecclesiale composta da circa 126 702 abitanti e 46 comunità parrocchiali.
La prima gradita tappa è stata ad Ottana dove, ricevuti con generosità dal parroco don Pietro Borrotzu, abbiamo visitato l’antica cattedrale romanica intitolata a San Nicola.
Orgosolo e Oliena le tappe effettuate durante la giornata del 25. Accolti a Orgosolo dal parroco don Salvatore Goddi, siamo stati condotti dapprima alla scoperta dei caratteristici murales che tappezzano le case del paese, per poi approdare nella cripta dedicata alla Beata Antonia Mesina, giovane martire orgolese beatificata da San Giovanni Paolo II il 4 ottobre del 1987.
Sotto il segno del Beato Giovanni Antonio Solinas, invece, la visita a Oliena, popoloso centro a pochi chilometri da Nuoro. Solinas, beatificato il 2 luglio 2022, nacque a Oliena nel 1643 e dopo essere entrato nella Compagnia di Gesù, partì come missionario per la lontana Argentina. Lì venne brutalmente trucidato da un gruppo di indigeni il mattino del 27 ottobre 1683.
Una comunità gioiosa, quella di Oliena, che ci ha accolto con gioia nella chiesa parrocchiale e ha celebrato l’Eucarestia con noi. Tra l’altro, gli olianesi hanno avuto il piacere di rivedere dopo tempo il loro caro vice parroco, don Paolo Carzedda, animatore del I biennio, che ha presieduto la celebrazione.
Il nostro itinerario alla scoperta delle figure di santità nuoresi è proseguito con la visita alla comunità di Dorgali, il 26 settembre, dove abbiamo incontrato le claustrali del locale Monastero Benedettino e da lì, guidati dal parroco don Gianfranco Nieddu, abbiamo percorso un itinerario spirituale sui passi della Beata Maria Gabriella Sagheddu, beatificata da San Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983. La Beata dorgalese entrò nel 1935 tra le Trappiste di Grottaferrata e, dopo una breve ma intensissima vita religiosa offerta per l’unità dei cristiani, vi morì nel 1939.
Edificati dalle tanto splendide testimonianze di santità, abbiamo proseguito alla volta di Galtellì, dove il parroco don Piero Mula ci ha illustrato la suggestiva vicenda del miracoloso crocifisso custodito nella parrocchiale, al quale nel corso del XVII sec. si attribuirono eventi miracolosi, documentati e sottoposti ad un processo che ne confermo la veridicità.
La giornata si è poi conclusa con la celebrazione dell’Eucarestia nella parrocchiale di Orosei e la calorosa accoglienza da parte della comunità.
Dedicato a Siniscola, centro principale della Baronia che conta circa 11 150 abitanti, il penultimo giorno del nostro itinerario nuorese. Al mattino, guidati dal parroco di Lodè, don Emanuele Martini, abbiamo percorso un tratto del Montalbo, massiccio calcareo che si snoda da Lula a Siniscola, per raggiungere insieme Punta Cupetti. In serata, invece, la grande accoglienza da parte della comunità con la celebrazione dell’Eucarestia e la visita ad alcune delle principali chiese cittadine.
Tutto nuorese l’ultimo giorno della nostra permanenza nella diocesi. In tarda mattinata la celebrazione dell’Eucarestia presieduta dal Vicario generale don Giuseppe Mattana nella Cattedrale di S. Maria della Neve e, a seguire, il pranzo presso il Seminario Vescovile con la fraterna accoglienza del rettore, don Luciano Monni, e della vivace comunità liceale e propedeutica.
Assente giustificato il Vescovo Mons. Antonello Mura, impegnato a Roma nei lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che non ha voluto farci mancare il suo saluto e la sua vicinanza tramite il Vicario Mattana.
Infine, non potevamo terminare il nostro viaggio, senza una visita al Monastero delle Carmelitane Scalze con un intenso e significativo dialogo di circa un’ora con la comunità delle claustrali. Alle loro “mani alzate” (cfr. Esodo 17,11-16) abbiamo affidato la comunità e la ripresa delle attività residenziali.
Torniamo a Cagliari per riprendere le attività formative e la vita accademica arricchiti da una più approfondita conoscenza della Chiesa sarda ma, soprattutto, edificati dalla testimonianza di fede del popolo di Dio che vive in Barbagia e Baronia.
Leonardo Piras
(Fotografie da: Pontificio Seminario Regionale Sardo)